Di seguito i comunicati stampa dei membri del consiglio regionale del Piemonte
Roma, 18 dic. – “Le perquisizioni ad Askatasuna dimostrano finalmente ciò che la Lega denuncia da mesi: quel cosiddetto patto di collaborazione era utile solo a legittimare chi ha fatto della violenza e dell’illegalità un metodo. Benissimo lo sgombero: torni la legalità. Un ringraziamento doveroso e sincero alle Forze dell’Ordine, che per anni hanno subito attacchi, insulti e aggressioni, e che ancora una volta hanno dimostrato professionalità e coraggio, riportando verità e legalità dove per troppo tempo si è fatto finta di non vedere. Ora il sindaco non può più voltarsi dall’altra parte: come ha dichiarato, stracci davvero quel patto e chiuda definitivamente ogni ambiguità. Torino merita sicurezza, rispetto delle regole e istituzioni che stiano senza se e senza ma dalla parte di chi rispetta le leggi”.
Così i deputati della Lega Elena Maccanti, segretario provinciale a Torino, e Alessandro Benvenuto, Questore della Camera.
“Lo sgombero di Askatasuna è esattamente il contrario della sicurezza: è un ulteriore passo verso la criminalizzazione delle lotte sociali ed è il tentativo di cancellare spazi di partecipazione e solidarietà. Tutto questo, fatto dal Ministero degli Interni anche contro la Città, che aveva finora risposto alle continue richieste di sgombero con un patto che riconosceva Aska come bene comune: patto che la Prefettura ha in sostanza fatto saltare. Non è con la forza che si risponde al bisogno di socialità, cultura e mutualismo che questi luoghi hanno rappresentato per anni”. Lo dichiarano Marco Grimaldi, vice capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Alice Ravinale capogruppo AVS in consiglio regionale del Piemonte, Sara Diena e Emanuele Busconi consiglieri comunali di Torino, sinistra ecologista. Le due capigruppo da questa mattina sono davanti a corso Regina 47.
“Il governo Meloni – proseguono– continua a usare la forza come risposta politica, trasformando le forze dell’ordine in uno strumento di propaganda, addirittura cancellando a oltre 500 bambini gli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze di Natale pur di mandare in scena la sua odiosa spettacolarizzazione della repressione, con un intero quartiere militarizzato. Ma la storia dei centri sociali non si cancella con un’operazione di polizia: è una storia che ha attraversato decenni, costruendo alternative, reti di solidarietà, cultura dal basso. La città deve resistere a un governo che usa luoghi come il Leoncavallo e Aska come lo scalpo del nemico: occorre aprire subito un confronto pubblico sul futuro dell’immobile di corso Regina, perché Torino non ha bisogno di silenzi, ma di spazi vivi, aperti, partecipati”.
“Chi oggi esulta per lo sgombero è minoranza in città – concludono i rappresentanti rosso verdi– dimentica che la libertà non si sgombera. Ogni volta che si chiude uno spazio sociale, si spegne una luce nella città. Noi continueremo a lottare perché ci sia ancora più luce contro questo buio”
